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RICOSTRUZIONE DI SAN PIETRO

Fu Papa Giulio II a optare per la ricostruzione di San Pietro e nel 1505 affidò la direzione dei lavori a Donato Bramante. Il grandioso progetto di Bramante, che comportò la distruzione del presbiterio della antica basilica, attirò feroci polemiche, alle quali non si sottrasse Michelangelo, nemico di Bramante ed anche Erasmo da Rotterdam volle dire la sua.

Comunque morto nel 1513 Giulio II e l’anno dopo Bramante, Leone X, succeduto a Giulio II, nominò Raffaello soprintendente ai lavori della basilica vaticana, con l’aiuto di Giuliano da Sangallo.

Raffaello modificò il progetto di Bramante innestando sulla crociera, iniziata dal Bramante stesso, un corpo longitudinale, tornando così alla croce latina. Alla immatura morte di Raffaello avvenuta nel 1520 gli successe Antonio da Sangallo il Giovane con l’aiuto di Baldassarre Peruzzi.

I lavori tuttavia procedettero molto lentamente sia per le continue polemiche, sia perché nel 1527 il Sacco di Roma bloccò ogni attività. Solo nel 1538 ripresero i lavori e Antonio da Sangallo, non più tanto giovane, a conforto del proprio progetto lasciò un dettagliato modello ligneo.

Morto anche Antonio da Sangallo nel 1546 fu il turno del settantenne Michelangelo ad assumere la direzione dei lavori e contestualmente a stravolgere il progetto di Raffaello e Antonio da Sangallo, ovviamente scoppiarono polemiche furibonde. Tra polemiche e crolli i lavori procedettero con lentezza estrema, tanto che quando Michelangelo morì nel 1564, la cupola era incompiuta, ferma all’altezza del tamburo.

Finalmente nel 1585 Felice Peretti divenuto Papa con il nome di Sisto V, affidò a Giacomo Della Porta con l’aiuto di Domenico Fontana, il compito di erigere la cupola.
Giacomo Della Porta, sia per ragioni statiche che per questioni estetiche, modificò il progetto michelangiolesco, che prevedeva una cupola emisferica alta 21 metri, e costruì una cupola a forma ellissoidale alta 28 metri, molto più slanciata della cupola progettata da Michelangelo.

Fatta la cupola restava da completare la basilica, nel 1602 Papa Clemente VIII affidò la direzione dei lavori a Carlo Maderno, che in larga misura ripristinò il progetto di Raffaello e Sangallo, aggiungendo la grandiosa facciata che tutti conosciamo.

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