DALLE ORIGINI AL MAESTRO DI SAN SABA
Il grande medioevo romano nasce e si sviluppa con l’affermazione della chiesa cristiana, che rapidamente si sostituì al morente Impero Romano d’Occidente.
Quando nel 410 Alarico,
re dei Visigoti, mise a sacco Roma fu ben chiaro che l’Impero d’Occidente non era più in grado di difendere la città. La funzione di supplenza venne allora esercitata dal vescovo di Roma, il Papa.
Sisto III,
Papa dal 432 al 440, ben rappresenta questo passaggio di consegne e il ciclo dei mosaici che corrono lungo la navata centrale e l’arco trionfale di Santa Maria Maggiore, nei quali l'arte classica è funzionale all'iconografia cristiana, ne sono la testimonianza più spettacolare.
www.romainteractive.com/santa-maria-maggiore
 |
 |
Giustiniano I
clicca per ingrandire |
Belisario
clicca per ingrandire |
Ad un secolo dalla morte di Sisto III, Giustiniano I,
imperatore d’Oriente, promosse una serie di campagne per la riconquista dell’Impero Romano d’Occidente, fu così che nel 540 Belisario, comandante delle truppe imperiali, sconfitti i Goti, entrò in Ravenna, ricostituendo almeno in parte l’unitarietà dell’Impero Romano.
Di lì a poco anche a Roma si affermò, l’arte bizantina, che sostituì il precedente stile “romano”.
La più antica testimonianza, che a Roma ci sia pervenuta, dello stile bizantino è rappresentata dal mosaico della chiesa di Santo Stefano Rotondo
www.romainteractive.com/santo-stefano-rotondo
La stessa Roma, difesa da comandanti bizantini che risiedevano nella Domus Tiberiana e nella Domus Augustana sul Palatino, divenne un’appendice dell’Impero d’Oriente.
Di questo periodo sono particolarmente importanti gli affreschi della chiesa di Santa Maria Antiqua, nel Foro Romano,
una sorta di cappella privata dei comandanti bizantini. Questi affreschi sono tra le rarissime testimonianze della pittura bizantina, poiché, quando nella chiesa orientale si affermò la iconoclastia, nell’Impero Romano d’Oriente, tutti i dipinti di carattere religioso furono distrutti.
Mentre a Roma il dominio culturale bizantino è testimoniato dagli splendidi mosaici di Santa Prassede
www.romainteractive.com/santa-prassede
e di Sant’Agnese fuori le Mura.
www.romainteractive.com/s-agnese-fuori-le-mura
La convivenza tra i papi e i comandanti bizantini fu relativamente semplice, visto che Roma per l’Impero d’Oriente aveva soltanto un valore simbolico, per essere la sede dei Papi, i quali peraltro, oltre a dedicarsi ai temi religiosi, sempre più si occuparono dell’amministrazione della città.
Fu soprattutto Gregorio Magno,
Papa dal 590 al 604, a istituire una serie di diaconie con il compito di assistere la popolazione romana, ridotta in miserrime condizioni. Nacquero così Santa Maria in Cosmedin, San Giorgio al Velabro, San Teodoro e, in Campo Marzio, Santa Maria in Via Lata.
Di grande suggestione sono i dipinti di Santa Maria in Cosmedin realizzati a partire dal VIII secolo e quelli del VII e VIII secolo che si trovavano nei sotterranei di Santa Maria in Via Lata, corrispondenti all’antica diaconia e che oggi sono esposti nella Crypta Balbi, visto che le condizioni microclimatiche di quegli ambienti ne compromettevano la sopravvivenza.
Entrambi questi cicli di affreschi mostrano il perdurare dell’influenza bizantina.
Con il ritiro dei bizantini dall’Italia e da Roma, iniziò un periodo di grande instabilità, nel quale si successero l’egemonia dei Longobardi, quella dei Carolingi, per culminare con il 1084, quando Roberto il Guiscardo, chiamato in soccorso da Papa Gregorio VII per difendersi dal Enrico IV, capo del Sacro Romano Impero, con i suoi Normanni mise a Sacco Roma, depredando e devastando tra le altre le chiese di San Clemente, dei Santi Quattro Coronati, di Santo Stefano Rotondo e di Santa Maria in Cosmedin.
 |
 |
 |
Roberto Guiscardo
clicca per ingrandire |
Gregorio VII
clicca per ingrandire |
Enrico IV
clicca per ingrandire |
La conclusione fu che Gregorio VII per salvarsi dalla rabbia dei romani dovette fuggire a Salerno dove morì.
Nel periodo che intercorre tra il termine del predominio bizantino e il Sacco di Roma del 1084, gradualmente lo stile bizantino venne sostituito secondo una nuova tendenza che al posto dell’astrattezza bizantina, secondo l’antica tradizione romana, proponeva raffigurazioni realistiche.
Nel caso dei mosaici, questa transizione è evidenziata dalla scomparsa dei fondi d’oro, sostituiti dal blu cobalto, come pure il richiamo ad antichissimi stili, testimoniato dallo straordinario mosaico di San Clemente.
www.romainteractive.com/san-clemente
Per quanto concerne gli affreschi tra le testimonianze più importanti vi sono quelle che vediamo nella basilica inferiore di San Clemente,
quelli del maestro di San Saba nell’omonima chiesa e quelli risalenti al 1246, nell’oratorio di San Silvestro ai Santi Quattro Coronati.
Infine, sempre ai Quattro Coronati, nel 1995 sotto tinteggiature posteriori è stato scoperto un grandioso ciclo di affreschi, restaurato con un lavoro decennale. Questi affreschi, risalenti alla prima metà del XIII secolo, antecedenti dunque a quelli della basilica di San Francesco d’Assisi, impongono una totale revisione della storia della pittura italiana, poiché fanno pensare ad una originalità della “Scuola Romana”, che di lì a poco troverà le sue massime espressioni in Pietro Cavallini, Jacopo Torriti e Filippo Rusuti.
back |