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SANTA MARIA IN CAMPITELLI

Santa Maria in Campitelli
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Santa Maria in Campitelli si deve a Carlo Rainaldi (1611 – 1691), “Architetto del Popolo Romano” per nomina papale, che la progettò per volontà di Papa Alessandro VII Chigi.

La facciata a due ordini, completata nel 1667, si fa ammirare per lo slancio verticale delle colonne ed il gioco degli archi e dei triangoli sovrapposti. Da notare che pur essendo indubbiamente barocca la facciata non presenta particolari decorazioni come statue, o putti.
Per vedere la bella lanterna, che si erge sopra la cupola, occorre prendere, a destra della chiesa, via della Tribuna Campitelli e portarsi sul retro della chiesa dove, sopra l’abside, svetta la lanterna.

Santa Maria in Campitelli - lanterna
La lanterna - clicca per ingrandire

L’interno, dalla pianta molto elaborata, costituita da un avancorpo sul quale si innesta un secondo corpo, più piccolo, comprendente la cupola e l’abside, è il risultato del progetto iniziato da Carlo Rainaldi e portato a termine da Giovanni Antonio De Rossi (1616 -1695).
La straordinaria sensazione di spazialità, restituita da questa magnifica architettura è dovuta alle 24 colonne corinzie, che con la loro altezza sembrano ispirate allo stile del Palladio (1508 – 1580) e ai templi delle Roma imperiale.

Nella prima cappella a destra la pala d’altare che raffigura San Michele è opera di Sebastiano Conca (1680 – 1764), detto il Cavaliere, allievo di Carlo Maratta.
La successiva è la cappella di Sant’Anna che nella volta mostra la Vocazione della Vergine del grande Luca Giordano (1634 – 1705), detto “Luca fa presto”.
Gli angeli attorno alla pala d’altare sono di Michel Maille (1643 – 1703), allievo di Ercole Ferrata, Francesco Cavallini, attivo a Roma a partire dal 1672 e Francesco Baratta (1590 – 1666), questi ultimi di scuola berniniana.

Santa Maria in Campitelli - Vocazione della Vergine
Vocazione della Vergine - clicca per ingrandire

Sull’altare maggiore all’interno della incredibile “macchina barocca”, alla quale lavorò in particolare il grande Ercole Ferrata, si trova l’immagine della Vergine, proveniente dalla antica chiesa di Santa Maria in Portico.
L’affresco del catino absidale, del 1925, si deve a Giovanni Battista Conti.

La cupola è decorata in modo da esaltarne la verticalità.
A sinistra nella terza cappella Ludovico Gimignani (1643 – 1697), ha dipinto la Conversione di San Paolo. La seconda cappella è dedicata a San Giovanni Leonardi, patrono dei Farmacisti, morto a Roma nel 1609, il cui corpo è deposto sotto all’altare.
La pala d’altare è del grande Baciccia.

Santa Maria in Campitelli - Cupola
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La chiesa nota come Santa Maria in Campitelli in realtà si chiama Santa Maria in Portico in Campitelli, ciò perché nell’altare maggiore è stata collocata l’immagine della Madonna che si trovava nella chiesetta di Santa Maria in Portico (dove oggi vediamo e forse preferiremmo non vedere il palazzo dell’Anagrafe). L’immagine fu considerata miracolosa dai romani perché ad essa fu attribuito il merito di aver salvato Roma dalla pestilenza che nel 1656 aveva decimato Napoli. Quindi andata in rovina Santa Maria in Portico la sacra immagine fu trasferita in Santa Maria in Campitelli che per l’occasione fu ricostruita.

Nella piazza a sinistra della chiesa Giacomo Della Porta ha disegnato una delle sue belle fontane romane. La fontana in origine si trovava davanti alla chiesa, richiamando un gran numero di popolani che infischiandosene delle prediche facevano un gran baccano, fino a quando il parroco chiese ed ottenne che la causa di tale scandalo fosse rimossa e spostata a distanza di sicurezza, dove oggi si trova.

 

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