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PALAZZO FARNESE

Palazzo Farnese
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Piazza Farnese si deve al cardinale Alessandro Farnese, che, per costruire il palazzo di famiglia prima acquistò case e casupole che insistevano nell’area oggi occupata dal palazzo e dalla piazza, poi le fece demolire ed infine nel 1514 affidò ad Antonio da Sangallo il Giovane, uno dei maggiori architetti dell’epoca, l’incarico di progettare il palazzo.

I maldicenti dell’epoca dicevano che Alessandro Farnese aveva beneficiato della passione del cardinale Rodrigo Borgia per sua sorella Giulia, “Giulia la Bella”, visto che quando Rodrigo divenne Papa con il nome di Alessandro VI nominò Alessandro Farnese cardinale.
La Piazza e il Palazzo, che formano una unità inscindibile, assunse l’attuale aspetto nel 1626, quando l’architetto Girolamo Rainaldi disegnò le due fontane, poste simmetricamente rispetto al Palazzo.
Le vasche di granito delle due fontane furono prese da Piazza San Marco, ma in realtà in origine si trovavano nelle Terme di Caracalla.

Domina la Piazza il Palazzo Farnese, chiamato dai romani Dado Farnese, il cui progetto, come detto, si deve ad Antonio da Sangallo il Giovane che diresse i lavori dal 1514 fino alla sua morte nel 1546.
Durante questo periodo accaddero due fatti rilevanti: il Sacco di Roma del 1527, che comportò l’interruzione dei lavori, successivamente nel 1534 l’ascesa al papato, con il nome di Paolo III, di Alessandro Farnese e i lavori ripresero in grande stile.
Morto il Sangallo dal 1546 subentrò Michelangelo a cui si deve lo stemma Farnese e il bel cornicione, ma la morte di Papa Paolo III nel 1549 fermò nuovamente i lavori, che ripresero nel 1565  diretti dal Vignola, visto che Michelangelo era morto nel 1564. Infine il palazzo fu completato nel 1589 da Giacomo Della Porta per volontà del cardinale Alessandro Farnese il Giovane, detto il “Gran Cardinale”, che fu realmente un grande mecenate, e a della Porta si deve la magnifica facciata che prospetta sul Tevere.

Palazzo Farnese - la facciata verso il Tevere Palazzo Farnese - la facciata verso il Tevere
Palazzo Farnese, la facciata verso il Tevere - clicca per ingrandire

Alessandro Farnese, il nostro gran cardinale, aveva nel frattempo acquistato la spettacolosa villa che Agostino Chigi aveva fatto costruire sull’altro lato del Tevere, quella che oggi conosciamo come Villa Farnesina, per questa ragione aveva intenzione di congiungere le due ville con un ponte sul Tevere, peraltro, o purtroppo, la sua costruzione fu appena abbozzata, di essa resta l’arco che attraversa via Giulia.

Per quanto concerne la facciata che prospetta sulla piazza si possono notare le differenze tra la parte sinistra e quella destra, infatti sono ben visibili i mattoni rossi, detti ferraioli, che a sinistra del piano nobile sono disposti regolarmente, mentre a destra sono posti a casaccio.
Si può quindi pensare che la cortina di mattoni dovesse essere intonacata con uno stucco in polvere di travertino, come di travertino sono i cantonali del palazzo.

Come si può facilmente immaginare l’interno del palazzo è stato affrescato dai migliori artisti del tempo. Tra gli ambienti più rilevanti va citata la sala dei Fasti Farnesiani, affrescata da Francesco Salviati a partire dal 1552 e completata da Taddeo Zuccari attorno al 1565; mentre Annibale Carracci con l’aiuto del fratello Agostino ha affrescato il “Camerino” e la “Galleria”, nella cui volta vediamo il famoso “Trionfo di Bacco e Arianna”; da notare che anche il grande Domenichino collaborò con Agostino Carracci dipingendo nella Galleria la Donna con l’Unicorno, probabile ritratto di Giulia Farnese.

Donna con l’Unicorno
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Per visitare il Palazzo, sede dell’ambasciata di Francia, occorre prenotarsi mandando una e-mail a:
visite-farnese@inventerrome.com

Come detto Michelangelo successe ad Antonio da Sangallo, nel 1546 quale architetto di Palazzo Farnese, ma nello stesso anno la morte del Sangallo gli aprì le porte all'agognata nomina di Primo Architetto della Fabbrica di San Pietro. A dire il vero la prima scelta era caduta su Giulio Romano, il più talentuoso allievo di Raffaello, che non fece a tempo ad assumere la carica perché, mentre partiva da Mantova per Roma morì. Quindi all'alba dei 70 anni Michelangelo cominciò a lavorare in San Pietro e forse questa è la ragione per la quale il suo intervento a palazzo Farnese fu marginale e bisogna anche dire che il litigiosissimo Michelangelo detestava Antonio da Sangallo e tutti i Sangallo in genere, peraltro molto influenti nella Curia Romana.

In piazza Farnese si svolgevano grandi feste, aperte al popolo, per le quali venivano allestite fantasmagoriche scenografie e per l'occasione dalle due fontane della piazza sgorgava vino. 
Al tempo di Papa Farnese l'approvvigionamento idrico nella zona era scarso, quindi in piazza c'erano due modeste fontane. Solo con il ripristino dell'acquedotto Traiano, a cura di Papa Paolo V Borghese (1610), il flusso dell'acqua tornò abbondante e fu allora che, nel 1626, Gerolamo Rainaldi mise in opera le due fontane che oggi vediamo.

Alessandro Farnese nipote di Papa Paolo III, detto il “Gran Cardinale”, fu uno dei più famosi “Cardinal Nepoti” (da cui nepotismo), e come tale ebbe grande potere, ma come altri cardinal nepoti,  pensate ad esempio a Scipione Borghese, fu un grande mecenate, tra l'altro finanziò la costruzione della chiesa del Gesù. Si deve proprio a questi cardinal nepoti non solo la costruzione di palazzi ed edifici di culto, ma anche il fatto che gran parte delle opere d'arte della Roma antica non sono andate disperse o perdute.

Le notizie certe della famiglia Farnese risalgono al 1200, quando sappiamo che avevano possedimenti nell’alto Lazio, ma i Farnese si affermarono soprattutto come valenti condottieri, schierati a fianco della Chiesa, tanto da guadagnarsi la riconoscenza dei pontefici e con essa vari privilegi che consentirono loro di imparentarsi con le maggiori famiglie romane come gli Orsini, i Savelli e i Colonna. Da uno di questi matrimoni nacque Giulia “La Bella”, tanto bella che Papa Alessandro VI Borgia non seppe resistere alle sue grazie. Peraltro, sia detto per inciso, che è fondamentalmente sbagliato giudicare Papa Borgia per le sue debolezze carnali, avremo occasione di ricordare i tanti suoi meriti in ambito politico ed anche religioso.

Tornando a Giulia Farnese, il fratello Alessandro nel 1493 fu nominato cardinale da Alessandro VI, quando aveva 25 anni. Immaginate il coro di maldicenze che accompagnò la nomina, ma Alessandro era un uomo di rara intelligenza e cultura, tanto che morto Alessandro VI, dopo il brevissimo papato di Pio III (10 giorni), quando salì sul trono di Pietro Giulio II Della Rovere, arci-nemico di Papa Borgia, conservò tutta la sua influenza, fino ad essere eletto Papa nel 1537.

Fu uno dei principali sostenitori dei Gesuiti, tanto che l’omonimo nipote “Il Gran Cardinale” finanziò la costruzione della chiesa madre della Compagnia di Gesù, conosciuta semplicemente come il Gesù.    
Con il Gran Cardinale le fortune della famiglia continuarono a prosperare, come testimonia la stupenda villa Farnese a Caprarola costruita per sua volontà. Tornando a Paolo III, questi prima di essere ordinato sacerdote aveva avuto quale figlio, legittimato da Giulio II, Pier Luigi Farnese, che nel 1545 divenne duca di Parma e Piacenza, per essere assassinato nel 1547, prontamente sostituito dal figlio Ottavio Farnese.

Morto nel 1549 Paolo III, Alessandro, il nostro Gran Cardinale, che era figlio di Pier Luigi, resse per 50 anni le fortune della famiglia Farnese, distinguendosi per le sue formidabili doti diplomatiche che gli consentirono di districarsi brillantemente nei conflitti tra Carlo V re di Spagna e il re di Francia Francesco di Valois.

 

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