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ESQUILINO

L’Esquilino, come altrove abbiamo detto, a partire dal 1870 è stato il rione romano più profondamente alterato con la costruzione di piazze, palazzi, l’apertura di nuove strade, come le vie Cavour, Giovanni Lanza, Manzoni, ecc, ecc, l’allargamento di altre come via Merulana, la demolizione di ville e palazzi storici come la villa Peretti, costruita da Papa Sisto V Felice Peretti, o la villa Palombara. Poi ancora gli scavi per costruire la nuova Stazione Termini e successivamente la prima metropolitana romana.
Spesso la fretta ha portato alla conseguenza che di molti dei reperti venuti alla luce la provenienza è solamente generica, ad esempio del famoso Augusto di via Labicana: sappiamo ovviamente che è stato ritrovato in via Labicana, ma dove si trovava? In una Domus, negli Horti Lamiani, in un edificio pubblico?

Delle opere salvate molte sono degli incredibili capolavori, allora per concludere la nostra visita nella “Regio V Esquiliae”, torniamo nel Museo Nazionale Romano, dove vediamo il bel ritratto dell’imperatore Tiberio, uno dei migliori ritratti di Adriano, poi Faustina Minore, moglie di Marco Aurelio al quale diede 13 figli e dopo ogni parto cambiava pettinatura.

Tiberio

Adriano

Faustina Minore

Proseguendo il nostro percorso incontriamo una dea accompagnata da un piccolo tritone.
Ora facciamo uno strappo alla regola, fermandoci a guardare l’Ermafrodito dormiente, che essendo stato ritrovato sotto il teatro dell’Opera in una domus (=palazzo), proprio Esquilino non è, ma quasi. Guardandolo da un lato, morbide e seducenti sono le sue forme femminili, ma girando dall’altro lato: sorpresa!

Nel 1940 dalle fondamenta di un palazzo moderno è comparso questo Apollo detto Liceo, replica romana dell’Apollo collocato nel Liceo di Atene, probabile opera del IV secolo a.C. di Prassitele.  
Dagli scavi per la costruzione della nuova stazione Termini e la sistemazione della piazza in vista del giubileo del 1950, sono affiorati i resti di un intero quartiere i cui numerosissimi affreschi sono esposti nel museo.

Gli affreschi - clicca per ingrandire

Per finire in bellezza il percorso Esquilino all’interno del Museo Nazionale, da non perdere le due stupende tarsie provenienti dalla Basilica di Giunio Basso. Una rappresenta un corteo con al centro un console e ai lati quattro cavalieri; l’altra il rapimento di Hylas, uno degli argonauti famoso per la grande avvenenza, tanto famoso che aiutata dalle compagne una ninfa lo rapì mentre andava ad attingere acqua da una fonte. Da notare la perfezione del disegno e la ricchezza delle pietre impiegate, la brocca è di madreperla.

Grazie al biglietto cumulativo (valido 4 giorni), dal Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, possiamo entrare nel vicino Museo delle Terme, dove lungo i portici del cortile di Michelangelo vediamo una Artemide del I secolo d.C., il rilievo funerario di Maria Auxesis del II secolo d.C., un sarcofago con Eroti (=amorini), Pan e Satiro, forse a ricordare la vita godereccia del defunto. Segue uno splendido Giove che porta sulla spalla una pelle di capra con al centro la testa della Gorgone.
E per finire il ritratto di Annia Aurelia Faustina, terza moglie dell’imperatore Elagabalo, della dinastia severiana, che intendeva sottolineare i propri legami con Marco Aurelio, del quale Annia Aurelia Faustina era nipote. Elagabalo per varie ragioni a Roma fu molto impopolare, possiamo quindi congetturare che questo matrimonio sia stato sollecitato dalla capace e potentissima nonna Giulia Mesa, che assieme alle altre due Giulie; la sorella Giulia Domna, moglie di Settimio Severo, madre di Caracalla e Giulia Mamea figlia di Giulia Mesa, di fatto guidarono per un ventennio l’impero romano, visto che Elagabalo divenuto imperatore a 15 anni, a 19 fu assassinato e il cugino Alessandro Severo figlio di Giulia Mamea, quando nel 222 fu nominato imperatore di anni ne aveva 13. 
Alessandro Severo fu ucciso nel 235 assieme alla madre nel corso di un ammutinamento delle legioni germaniche presso le quali si trovava. Con lui si estingueva la dinastia severiana.

Il suo successore fu Massimino il Trace, che qui citiamo per sottolineare le inverosimili informazioni di molte fonti antiche, nella fattispecie la famosa Historia Augusta ci racconta che Massimino il Trace era alto 240 centimetri ed altre amenità.

Dal Museo delle Terme ora voliamo alla Centrale Montemartini, dove ci possiamo godere la Venere replica da Callimaco (V secolo a.C.); Asclepio, replica da Fidia, poi la bella testa di Giunone replica da Agoracrito del 420 a.C.
Da un originale greco del V secolo vediamo il ritratto di Perseo o Mercurio, replica romana.
La testa di Armodio è la replica romana di una parte del gruppo bronzeo che raffigurava i tirannicidi opera di Kritios e Nesiotes realizzato tra il 475 ed il 465 a.C.
Sono detti tirannicidi Armodio e Aristogitone poichè tolsero ai Pisistratidi il domino di Atene.
Dai tirannicidi passiamo alla morbida Venere di Prassitele, ovviamente replica romana.

Passiamo alla Iside, opera ellenistica.
I principali centri dell’ellenismo furono Pergamo, Rodi ed Alessandria, questa Iside è alessandrina, mentre di scuola rodia è la testa di auriga.
Ancora di scuola ellenistica è la testa della giovane coronata d’alloro.
Interessante la testa virile, replica dal primo ellenismo, nella quale la pupilla e l’iride sono di diverso materiale per rendere più vivo lo sguardo. Questa peculiarità ci fa capire come gli autori delle repliche volessero superare gli originali.

Il bel Diomede è ispirato ad un originale del V secolo di epoca classica.
Arriviamo al tempo degli Antonini per vedere il ritratto di Faustina Maggiore, moglie di Antonino Pio, madre di Faustina Minore moglie di Marco Aurelio. Consentiteci una breve digressione storica, Adriano predecessore di Antonino Pio, avendo percepito le qualità di Marco Aurelio, lo avrebbe voluto designare quale successore, ma vista la sua giovane età, non aveva ancora 18 anni, decise di adottare il maturo Antonino Pio, a condizione che contestualmente costui adottasse Marco Aurelio.

Con due tipiche sculture da giardino concludiamo il nostro percorso “Montemartini”: il gruppo pastorale con due bovini, nei quali si può apprezzare l’eccellente reintegro opera dei nostri grandi restauratori e la stupenda lotta tra il cinghiale e la pantera.

Gruppo pastorale con due bovini - clicca per ingrandire

Per finire in bellezza dobbiamo tornare ai Capitolini, qui ci aspettano quattro capolavori: il ritratto indimenticabile di Domiziano, quello di Faustina Maggiore e le due meravigliose tarsie con la tigre che assale il vitello, entrambe provenienti dalla basilica di Giunio Basso, costruita nel 331.

Le tarsie - clicca per ingrandire

È bene ricordare che in epoca romana la basilica era un edificio civile. L’aula centrale della basilica era rivestita da tarsie, di queste ce ne restano 4, due come abbiamo visto sono nel Museo Nazionale Romano, le altre due nei Capitolini.

 

 

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