| Testimonianze storiche ed archeologichedi Claudio Mocchegiani Carpano
 Nel fiume si conservano, oltre agli oggetti pertinenti alla stessa vita 
                del Tevere "navigato e pescato" anche quelli accidentalmente 
                o intenzionalmente caduti a causa di avvenimenti piu' o meno remoti come 
                le monete, utilizzate per le attività commerciali e portuali. Importanti 
                risultano anche le attività di modifica intenzionale lungo le rive. Tra 
                queste nell'antichità una mirabile serie di opere idrauliche permisero 
                la bonifica delle aree depresse e paludose ai piedi dei colli romani. 
                Questi condotti, costruiti in epoche antichissime, restarono in uso per 
                moltissimo tempo e vennero collegati all'intera rete fognante della città 
                di epoca imperiale portando così nel fiume numerosi oggetti.  La Cloaca Massima receptaculum omnium purgamentorum urbis era 
                il principale e più noto conduttore sotterraneo, grandioso nella costruzione 
                in opera quadrata e pavimento con lastre di travertino.  
                
                  | La Cloaca Massima non era il solo condotto fognante che raggiungesse 
                    il Tevere, perché sappiamo per certo che molti altri collettori analoghi 
                    vennero realizzati un po' dovunque nell'area della costruenda città, 
                    per raccogliere le acque dei fondivalle. E' evidente che questa grandiosa rete di drenaggi portava al fiume 
                      anche una notevole quantità di detriti e di oggetti spesso involontariamente 
                      caduti nelle fogne.  |  |  Una testimonianza interessante della funzione di "raccoglitore" 
                esercitata anche dai collettori fognanti in area cittadina è quella emersa 
                durante i lavori di scavo di un condotto nei sotterranei del Colosseo.    |