| Rodolfo Lanciani, la forma urbis e i rinvenimenti dal Tevere Per lo studio della topografia romana resta fondamentale la pianta   monumentale redatta dal Lanciani, che riproduce gli edifici ancora esistenti  di   Roma antica  ed inseriti nella topografia della città ottocentesca, prima della   costruzione dei muraglioni.  Il Lanciani tentò due esperimenti di indagini archeologiche   nell'alveo del fiume al seguito delle maestranze impegnate nei lavori   idraulici. La prima indagine venne condotta presso la prima arcata sinistra del ponte   Sisto. Qui, nell'ottobre del 1878, fu delimitata un'area, lunga m. 20 e larga   m.16, dalla quale fu deviata l'acqua del fiume. Si potè, quindi, procedere ad un   attento sterro all'asciutto, che non tardò a restituire preziose testimonianze   archeologiche: si rinvennero i resti di un intero arco crollato nel 792 e anche   alcuni frammenti epigrafici, che ricordano un restauro ricostruttivo del 307, ad   opera degli imperatori Valente e Valentiniano; da qui il nome di ponte   Valentiniano.  Inoltre furono rinvenuti i resti di un arco trionfale dedicato ai   due imperatori, che sorgeva sul lato sinistro del ponte. Pur nella limitatezza   dell'area di scavo, si poterono recuperare anche preziose parti di grandi statue   bronzee pertinenti ai gruppi che dovevano sormontare l'arco trionfale. Di   particolare importanza è la testa con diadema raffigurante l'imperatore   Valentiniano e i resti di una statua frammentaria di togato, in bronzo dorato.   Con l'occasione vennero recuperati altri reperti di bronzo raffiguranti un   braccio, un piede con calzare e un'ala di Vittoria, oggetti recentemente   restaurati e conservati presso il Museo Nazionale Romano.  Il secondo intervento di recupero fu realizzato, nel 1885, in occasione   dell'inizio della costruzione del moderno ponte Garibaldi. A circa m. 90 a monte   dell'isola Tiberina, durante i lavori di costruzione del pilone centrale del   nuovo ponte, fu scoperta una pregevole statua in bronzo raffigurante un Bacco   giovane. Oltre la statua, si scoprì una patera a sbalzo in bronzo dorato, del   diametro di circa cm. 60  e "poi la solita prodigiosa quantità di piccoli   oggetti, dalle usuali monete del secolo settimo di Roma, alle medaglie di   devozione coniate sotto Gregorio XVI e Pio IX".     |